CYGNUS HYOGA KIDO
Età: 14
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I colori originali
Occhi: Azzurri |
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Tale fragilità non vogliamo intenderla in senso negativo; il nostro Hyoga è senza dubbio una persona molto umana, quell’umanità che è parte integrante di tutta la saga di Saint Seiya. L’umanità complessa e dalle innumerevoli sfaccettature, d’altronde è la grandezza di Saint Seiya, l’aver donato, a chi vuole andare oltre le pagine di carta o lo schermo del video, degli autentici amici tridimensionali, dotati di vita propria e non smetteremo mai di ripeterlo nelle pagine del nostro sito. Ma tornando a Hyoga, come non comprendere la sua fragilità, come non ammettere la sua rabbia, il suo dolore, la sua stessa confusione ed incapacità di accettare a fondo ciò che gli accade? Una madre che si sacrifica per permettergli di vivere, due maestri uccisi, seppur non potesse fare altro, con le sue stesse mani (un solo maestro nel manga), l’amico del cuore, Isaac, creduto morto per anni… e anche in questo caso un sacrificio per salvare la vita di Hyoga… lo stesso amico poi ritrovato in campo avverso… e così Hyoga, ancora una volta, si trova costretto a rivolgere i suoi colpi contro una persona che ama e tutto questo dopo la terribile sensazione di avere distrutto l’esistenza e le speranze di tale persona. Alla luce di tutto questo, chi non potrebbe comprendere la sua rabbia nei confronti del destino, i suoi tentativi vani di aggrapparsi ad un freddo orgoglio che in realtà non gli appartiene ma che è, chiaramente, un’autodifesa imposta per reagire, per non amare più nessuno e quindi per non soffrire più? Non ci riuscirà, perché l’affetto che lo lega ai suoi fratelli nel corso di tante battaglie è troppo forte e aumenta in modo intenso man mano che le battaglie li uniscono, che i loro cosmi si fondono per un comune ideale. Esplicano bene la ritrovata consapevolezza di sapere e di volere amare le parole pronunciate nel volume 11, durante lo scontro contro Milo: “Come posso accettare di sopravvivere in un sonno profondo mentre i miei fratelli combattono con tutte le loro forze? Quello che è importante per me è vivere ora! Mi interessano poco le difficoltà e le sofferenze che ostacolano la mia strada! Ho la gioia di camminare al fianco dei miei fratelli ed amici! Se una volta odiavo Dio per il destino che mi aveva inflitto, oggi lo ringrazio di avermi fatto nascere nella stessa epoca in cui loro sono nati!” E come dimenticare l’emblematico episodio della Settima Casa, quando Shun sacrifica ogni briciola del proprio soffio vitale per donarlo a lui? Immaginate la disperazione di Hyoga… in un terribile accanirsi del fato, un’altra persona, un fratello che scopre di amare con tutto sé stesso, rischia di morire a causa sua. Forse è proprio questo il punto in cui lo strato residuo di ghiaccio che Cygnus aveva eretto intorno al proprio cuore, si sfalda, mutandosi in lacrime, le prime piante dopo tanto tempo (in realtà, se vogliamo dare ascolto all’anime, Hyoga ha pianto ben altre volte in precedenza ma su queste distinzioni ci torneremo). Anche in questo caso le sue parole sono emblematiche: “Credevo di non avere più lacrime… Shun ha trasmesso la sua vita al mio corpo congelato… ma soprattutto, ha ridato calore al mio cuore che non ne aveva più..” Come non ammettere, a questo punto, quale sia il legame che si instaura tra i due ragazzi? Ed è evidente, per coloro che riescono ad andare davvero a fondo nelle cose, quanto il loro rapporto sia privilegiato (ovviamente senza dimenticare il legame d’amore assoluto che lega Shun al suo Ikki-Niisan) e come non sia azzardato intravedere tra loro, oltre all’amicizia che li accomuna anche agli altri, qualcosa che va oltre… non aggiungiamo nulla, chi ci conosce sa bene come la pensiamo a proposito. Si sarà capito da queste righe che parliamo di fragilità nell’accezione più tenera del termine, perché Hyoga è un ragazzino colmo di sofferenza, che tenta invano di celare tutto il proprio dolore sotto ad una maschera di freddo e a volte spietato cinismo; in questo senso potremmo anche definirlo il “realista”, il “disincantato” del gruppo, colui che spesso sprona i compagni a proseguire allorché essi vorrebbero restare a proteggere un amico, colui che mette in evidenza le priorità quando gli altri vorrebbero cedere alle pulsioni emotive del cuore. Come abbiamo detto si tratta, appunto, di una maschera, destinata ad infrangersi di fronte a chiunque impari a conoscerlo meglio e lo sanno benissimo i suoi compagni, hanno imparato a scoprirlo poco a poco dopo un’iniziale diffidenza, più palese, però, nel manga che non nell’anime. E proprio a questo proposito c’è un discorso da chiarire: per comprendere bene Hyoga è necessario fondere, più di quanto occorra fare per gli altri, il manga e l’anime, perché le sue caratteristiche variano leggermente, o meglio, tenendo conto sempre del fatto che parliamo di persone per noi assolutamente reali, diciamo che il manga privilegia alcune caratteristiche e l’anime altre;P. La differenza è forse dovuta alla variante iniziale del ruolo di Cygnus; nel manga, infatti, Hyoga si presenta alle Galaxian Wars con l’intenzione di massacrare coloro che già conosceva come suoi fratelli, per eseguire un ordine impartitogli dal maestro Camus, Gold Saint di Aquarius. Quindi, nella versione cartacea, Hyoga inizia la propria strada nella saga apparendo come sicario inviato del Santuario, con il compito di punire coloro che usavano l’armatura e il potere delle stelle senza seguire le leggi morali ed etiche dei sacri guerrieri. Dopo l’arrivo di Ikki, è costretto a rimandare i propri propositi ma, nonostante tutto, siamo propensi a dubitare che li avrebbe comunque portati a compimento dato che, già al termine del duello tra Seiya e Shiryu aveva collaborato attivamente perché la vita di quest’ultimo fosse salvata (a pensarci bene si faticava, comunque, a dare troppo credito alle sue minacce;PP Hyoga: -___-). A conclusione di questo punto, diciamo che nel manga, la freddezza di Hyoga e più pronunciata e quello che trasmette, almeno all’inizio, è una certa durezza; nell’anime, forse anche per come sono state allungate le prime parti della storia, i suoi crolli psichici sono più frequenti. Tuttavia, una tale scelta potrebbe anche essere dovuta ad una considerevole aggiunta dell’anime e cioè a Crystal Saint, colui che in Italia è soprannominato Maestro dei Ghiacci, allievo di Camus: è lui ad addestrare Hyoga e Isaac e la sua indole, diametralmente opposta a quella di Aquarius sotto molto aspetti, tende a mettere maggiormente in rilievo l’ammorbidimento dei cuori e la passionalità rispetto a Camus. E’ chiaro come il custode della undicesima casa, persona a propria volta complicata e difficile da interpretare, volesse plasmare Hyoga, infondendo in lui la freddezza che riteneva ogni buon guerriero dovesse avere, desiderava farne il santo perfetto, soprattutto dopo la perdita di Isaac ma anche qui ci sarebbero innumerevoli discorsi ed approfondimenti da fare che farebbero di questa presentazione un romanzo infinito^^. Un'altra esperienza che probabilmente ha plasmato il carattere di Hyoga per come lo conosciamo, è l’essersi sempre sentito un emarginato, un gaijin tra i compagni giapponesi, lui nato da madre russa; e il disprezzo verso il suo status di straniero, di sangue misto, è palesato dalle parole di Jabu, alle Galaxian Wars, le quali apportano tale condizione come una giustificazione alla presunta vigliaccheria di Cygnus. Per concludere, oltre a quelle già riferite, altre frasi che caratterizzano Hyoga:
“Nel mare di Siberia, là dove mi sono allenato, la neve cade così, sottoforma di cristalli di ghiaccio. Brilla e si ammucchia rapidamente… in modo così perfetto che il suo scintillio ricorda quello del diamante. E’ una bellezza ingannevole, perché dà vita, in realtà, a cerchi di cristallo… così, gli uomini di questa regione, pieni ad un tempo di ammirazione a paura, la chiamano… DIAMOND DUST!!” (volume 3)
Non ricorda un po’ lo stesso Hyoga questa polvere di diamanti che egli stesso, con tanto orgoglio, descrive?^^
“Pensare che un sogno sia una cosa irrealizzabile significa essere come un vecchio che ha rinunciato a vivere… sappi che per noi i sogni sono ben lungi dall’essere irrealizzabili… comunque sia, se ci si crede, se si trovano in noi stessi i mezzi per riuscire, un sogno può sempre diventare realtà!!” (volume 10)
E qui si nota la profondità e l’idealismo celati sotto quell’algida flemma da signore dei ghiacci perché in realtà Hyoga ha sempre creduto nel sogno fin da quando, ancora bambino, sognava di diventare un Saint per poter andare a trovare il corpo della madre giacente sotto il mare di Siberia; il suo ideale si è poi allargato, per perseguire il sogno di Giustizia dei sacri guerrieri di Athena^^
“Quelle monatgne vengono chiamate i ghiacciai eterni. Sono intatte da migliaia di anni. La loro forza consiste nel non essersi mai sciolti. Hyoga, se vuoi diventare un sacro guerriero, devi essere come quei ghiacciai: forte al punto che mai il sole possa farti sciogliere! Hai capito? Per quanto pericoloso possa essere il tuo nemico, non dovrai mai perdere il tuo sangue freddo! La vera forza dovrai impararla da questi ghiacciai eterni di Siberia, Hyoga!” (volume 11)
E’ Camus a rivolgere queste parole al suo allievo bambino, parole che chiaramente esplicano quello che Aquarius intendeva infondere in Hyoga: freddezza assoluta di fronte a qualunque ostacolo^^
“Isaac, una volta eravamo entrambi allievi del maestro Camus nella pianura ricoperta dai ghiacci… tu eri puro e pieno del senso della giustizia, avevi una forza solenne come la terra della Siberia… tu eri l’uomo che meritava di indossare il cloth di Cygnus…” (volume 16, traduzione Star Comics)
E qui viene fuori tutta l’insicurezza che Hyoga ha sempre cercato, invano, di nascondere, gettata fuori disperatamente quando si ritrova di fronte l’amico, ora avversario, Isaac^^
“Desiderava così intensamente rivedere sua madre da cui è stato separato quand’era piccolo? Hyoga, se utilizzi questa passione ardente al servizio della giustizia, diventerai un Saint straordinariamente forte…” (volume 16, traduzione Star Comics)
E qui leggiamo, per contro, cosa pensava Isaac dell’amico, quando lo salvò dall’annegamento^^ |